“Diciamolo di passaggio, l’odio del lusso non sarebbe un odio intelligente. Questo odio implicherebbe l’odio delle arti; tuttavia per la gente di chiesa, salvo le rappresentanze e le cerimonie, il lusso è un torto. Sembra rilevare abitudini poco caritatevoli. Un prete ricco è un controsenso. Il prete deve tenersi vicino ai poveri. Ci si può figurare un uomo che, vicino ad un braciere, non ha caldo? Ci si può figurare un uomo che lavora senza tregua in una fornace e che non ha un capello bruciato, né un unghia annerita, né una goccia di sudore, né un briciolo di cenere sul viso? La prima prova di carità per il prete, per il vescovo soprattutto, è la povertà.”
Victor Hugo
Les Miserables ( I Miserabili)
Questo romanzo ha quasi due secoli ma da come si evince da questo stralcio, già all’epoca, la chiesa era molto distante dal popolo e dalla povertà, salvo rare eccezioni. In pratica non è cambiato nulla… Per vedere un prete povero (forse) dobbiamo arrivare in Africa e ricercarlo tra i missionari in qualche sperduta missione. Per chi ama la letteratura classica, I “Miserabili” è uno di quei libri da cui possiamo imparare molto: c’è storia, c’è filosofia, c’è saggezza. Non lo scopro di certo io, ma si tratta di un capolavoro.